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Piattaforma virtuale di Scienza Nuova per le mostre

Formare a Napoli@Naviga

1895-1915

a cura di TONIA ILLIANO

La mostra Formare a Napoli, 1895-1915, allestita nello spazio mostre dell’Area Musei dell’Università Suor Orsola Benincasa e inaugurata l’11 dicembre del 2023, è l’ultima di una serie di esposizioni fortemente “identitarie” basate sullo studio e il recupero conservativo e conoscitivo del vasto patrimonio d’arte di proprietà dell’Ente Morale Suor Orsola Benincasa e della Fondazione Pagliara realizzate nel corso di questi ultimi anni, alcune delle quali – come quelle sui disegni di Pietro Scoppetta e sulle incisioni di Giovan Battista Piranesi – dotate anche d’una versione virtuale volta a prolungarne nel tempo la fruizione e ad estenderla ad un più vasto pubblico.

I circa cento pezzi selezionati documentano la produzione di ceramiche e di gessi realizzata nei laboratori didattici delle Scuole e dell’Università Suor Orsola Benincasa a cavallo tra Otto e Novecento, e con essa l’impostazione teorico-pratica voluta a partire dal 1895 per questi stessi istituti formativi dalla loro direttrice, Maria Antonietta Pagliara, e dalla loro fondatrice, la principessa di Strongoli Adelaide del Balzo Pignatelli.

Piranesi@Naviga

Da Roma verso Sud. La veduta e l’Antico nelle acqueforti di Piranesi

Nel Gabinetto Disegni e Stampe della Fondazione Pagliara, all’interno della raccolta un tempo di Rocco Pagliara (1855-1914) donata all’Università Suor Orsola Benincasa dalle sorelle nel 1947, è presente un importante nucleo di acqueforti dell’architetto, disegnatore, incisore, scenografo ed archeologo Giovan Battista Piranesi (Venezia 1720-Roma 1778) di cui nel 2020 sono stati festeggiati i 300 anni dalla nascita. Il restauro recente di 13 straordinarie Vedute di Roma di questo artista, alcune molto rare per il fatto di esser acquerellate, è alla base di questa mostra, che le sposa ad alcune vedute di Pompei e a un album di vedute di Paestum, conservati rispettivamente all’Istituto Centrale della Grafica di Roma e al Museo di Capodimonte, allo scopo di testimoniare l’interesse di Piranesi per l’Antico e per la veduta “da Roma verso Sud”. La mostra virtuale sviluppa questo stesso discorso con una serie di contenuti aggiuntivi, consentendo ad esempio di “sfogliare” l’album di Capodimonte, di raffrontare le condizioni delle incisioni del Suor Orsola prima e dopo il restauro o di confrontare le vedute piranesiane con immagini attuali dei siti e dei monumenti ritratti dall’artista.

Scoppetta@Naviga

La Mostra Virtuale di Pietro Scoppetta

Le sessantadue opere di Scoppetta qui in mostra sono una selezione del più ampio nucleo di centodieci disegni custoditi nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Fondazione Maria Antonietta e Adelaide Pagliara del Suor Orsola Benincasa. Grazie ad una convenzione stipulata nel 2018 queste opere sono state oggetto di restauro in collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma. La mostra si articola in sei sezioni che illustrano la parte più fresca e veritiera della produzione grafica dell’artista e abbraccia un arco temporale che va dagli anni Ottanta dell’Ottocento fino agli anni Dieci del Novecento.

Il salotto della principessa@Naviga

Podcast narrativi dai carteggi della principessa di Strongoli

Non è facile fissare una definizione per gli epistolari. Sospesi tra genere letterario e documentazione più o meno ufficiale, tra traccia del privato e ostensione del pubblico, le raccolte di lettere offrono la loro attrazione magnetica a molteplici narrazioni che oscillano tra il tentativo di restituire la forma intima dell’io e l’obiettivo di ricostruire reti di contatti e relazioni. Un ricco ventaglio di possibilità che contribuiscono a spiegare l’eterno fascino dei carteggi.

Nell’Archivio Storico dell’Istituto Suor Orsola Benincasa, il fondo Corrispondenza non ufficiale nel quale la principessa prima, la Pagliara poi, avevano raccolto i fitti carteggi intrattenuti con molte personalità di rilievo del mondo della cultura e delle istituzioni del Regno d’Italia disegna un panorama composito dell’intreccio di connessioni e di legami che trascende l’occasione della semplice ricostruzione dei rapporti personali, intellettuali e sociali, di una protagonista della vita napoletana tra Otto e Novecento per tramutarsi in un affresco corale della storia di un mondo in evoluzione. La forza centrifuga che si sprigiona da quelle lettere si tramuta infatti nella narrazione di una città che entra nel nuovo secolo senza nostalgie, ma pronta a trasformare la sua proiezione europea in una dimensione che, sebbene non più capitale, mantenesse la sua presenza cosmopolita con una proiezione di modernità ben lontana dal ripiegamento.

Le missive ricevute dalla Pignatelli ci fanno viaggiare nei mille rivoli delle sue relazioni, lungo percorsi che raccontano l’osmosi continua tra le sue passioni intellettuali – la musica, l’arte, la scienza – e il progetto di una presenza civica e civile nella città che cambiava insieme al Paese.

MODA@Naviga

MOlte cose DA vedere

L’inserto La Moda ha fatto parte della rivista Poliorama Pittoresco dal 1839 al 1844 facendo da ponte tra quella che era l’alta moda francese e l’artigianalità napoletana; la sua struttura prevedeva la raffigurazione di modelli maschili e femminili intervallati da brevi estratti della biografia di alcuni personaggi contemporanei riconosciuti come icone di stile dell’epoca. La Moda colmò un vuoto presente nel panorama dei periodici meridionali, tanto da inaugurare una storia illustrata dalla moda stessa, il recupero delle tradizioni locali e la pubblicazione di costumi popolari di differenti paesi, con una descrizione accurata dell’abito. L’intento di tale inserto era, dunque, quello di cercare di assecondare, se non il gusto, le abitudini delle delle signore meridionali che si ispiravano ai modelli francesi del tempo; la sua diffusione diede impulso e vitalità all’artigianalità cittadina la quale fu chiamata a realizzare e riadattare capi e stili secondo le esigenze dei clienti, generando nuova linfa nel sistema produttivo locale.

Il progetto MO.DA ha un duplice obiettivo, da un lato dare visibilità ad un partimonio non più accessibile mediante una mostra virtuale dall’altro interrogarsi sul ruolo dell’influencer e il valore dello storytelling nel sistema moda, temi che la rivista, con dinamiche di comunicazione più che attuali, utilizzava già dal 1839 per la diffusione.

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Napoleon Virtual Gallery

L’antico complesso conventuale dell’Università degli studi Suor Orsola Benincasa ospita negli ambienti del Gabinetto della Grafica della Fondazione Maria Antonietta e Adelaide Pagliara un cospicuo corpus di 20000 opere a stampa. Parte fondamentale di questa vasta raccolta è la serie di acqueforti su fondino realizzata da Giuseppe Benaglia, Michele Bisi, Giuseppe Longhi e Francesco Rosaspina che traduce il ciclo di 39 dipinti a tempera su tela, realizzato dal pittore milanese Andrea Appiani tra 1801 e 1807. Il ciclo era destinato alla Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano per decorare la ringhiera della balconata. Esso rappresenta un’importante documentazione iconografica poiché il ciclo di dipinti da cui è tratta venne distrutto nel 1943 durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Gli eventi rappresentati narrano la vita e le gesta eroiche condotte da Napoleone I, in pace e in guerra, nel periodo compreso tra la prima campagna d’Italia e la vittoria delle Friedland, in una sequenza cronologica in cui gli episodi sono talvolta risolti attraverso raffigurazioni allegoriche. La serie di incisioni in mostra è una seconda edizione dell’album Fastes de Napoleone I, pubblicato a Parigi intorno al 1860 dall’editore Chardon. Essa fu dedicata a Napoleone III con lo scopo di legittimare il suo potere attraverso il rimando all’Impero Napoleonico.